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Pietro Mennea a Viterbo
Data: 03/12/2009Autore:
Argomento: Alla S.S.E. la prolusione
Pietro Mennea a Viterbo
Recentemente presso la Scuola Sottufficiali dell’Esercito, a Viterbo, alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Giuseppe Valotto, si è svolta la cerimonia di Inaugurazione dell’Anno Accademico 2009/2010. All’evento, avvenuto nell’Aula Conferenze della Caserma “Soccorso Saloni” di Viterbo, sede dell’Istituto di formazione, sono intervenute numerose autorità militari, civili e religiose.
L’inaugurazione dell'anno accademico si è aperta con le parole di Vladimiro Alexitch, Comandante della Scuola Sottufficiali dell’Esercito, che ha ringraziato tutte le autorità per la loro vicinanza agli Allievi Marescialli della scuola.
Il traguardo finale da raggiungere è quello di creare professionisti specializzati sul campo e, come membri di uno staff, è importante per questo che, fin dall’inizio, ci sia una severa selezione. “Lo scorso settembre si sono presentati circa 15.000 ragazzi - ha proseguito il Comandante - ma di questi sono stati ammessi solo 140”. Dopo Alexitch la parola è passata all’avvocato Pietro Mennea che con la prolusione “I valori etici di una grande prestazione sportiva”, ha ripercorso, grazie al contributo di un filmato, la sua splendida carriera sportiva.
Particolarmente emozionante la visione del filmato, che ha fatto scoprire ai presenti, momenti dimenticati o ancora sconosciuti della lunghissima carriera del velocista barlettano, capace attraverso una severissima preparazione tecnica ed atletica, di scalare le classifiche mondiali della velocità fino al record mondiale di 19.72 sui 200m. di Città del Messico, che ha resistito ben 17 anni ed è ancora primato europeo sulla distanza.
“Per avere successo nella vita - ha dichiarato Mennea - non bisogna avere qualità eccelse ma solamente impegnarsi in quello che si fa e non essere mai superficiali”; ha raccontato, inoltre di come all’inizio della carriera non si sia perso d’animo nonostante sia stato rifiutato e di come, una volta terminato l’agonismo, sia difficile per uno sportivo trovare la propria strada. “È importante vincere nello sport- ha proseguito - ma è fondamentale vincere nella vita. Non bisogna mai dimenticare i veri valori: la famiglia prima di tutto”.