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Ricordo di Giuseppe Russo
Ricordo di Giuseppe Russo
Data: 31/12/2011
Autore: emmegi
Argomento: scomparso lo scorso anno
Giuseppe Russo è morto a Roma il 5 luglio del 2010 all'età di 97 anni, la notizia purtroppo mi è arrivata soltanto ieri, rattristandomi tantissimo. Anche nella occasione della sua morte, peppino Russo ha dimostrato di che pasta fosse fatto, sostanzialmente un grandissimo atleta e dopo grande allenatore. Qualche anno fà mi ha dato ancora qualche consiglio sulla corsa di miei atleti impegnati in gara allo stadio della Farnesina. In questo breve scritto tutta la mia riconoscenza per gli stimoli che mi ha dato e che mi hanno motivato ad intraprendere la carriera dell'insegnante e dell'allenatore. G.Misuraca (per tutti coloro che lo hanno e non lo hanno conosciuto). Giuseppe Russo, nato a Palermo il 13 febbraio del 1913, è ricordato soprattutto per essere stato l'allenatore di Livio Berruti e averlo condotto alla medaglia d'oro nelle olimpiadi di Roma del 1960. Sposato con Willi Annale, tre figli, discende da un'antica famiglia palermitana alla quale appartennero uomini politici e artisti. Così parla di lui Vanni Lòriga in un recente articolo: "Nel 1927 si trasferisce a Roma, dove frequenta il ginnasio – liceo Mamiani (compagno di banco Giulio Onesti, futuro megapresidente del CONI). Frequenta l’Accademia Fascista di Educazione Fisica (nei tre anni di corso va per sei mesi negli USA a studiare lo sport delle Università americane); si diploma ed insegna a Roma al Cavour ed al Grella; a Pescara al D’Annunzio; a Tirana, dove conosce la futura moglie. Ufficiale nel 1934- 35 (scuola AUC a Spoleto e servizio di prima nomina a Roma); richiamato nel 1938 a Sassari nella famosa Brigata “tattarese” (ricordo ammirato dei suoi fantaccini sardi); tre anni di guerra in Albania. Conquista i segreti dell’atletica guardando, osservando, studiando. Pratica soprattutto gli ostacoli, vestirà la maglia azzurra per 5 volte, fra il 1934 ed il 1947… Gioca anche a basket nell’Olimpia di Rubini, nonostante sia alto non più di 170 centimetri. La statura non eccelsa gli avrebbe dovuto consigliare, quando praticava atletica, i 400 metri, ma invece correva soprattutto i 110. “C’era un motivo – precisa – legato al fatto che mi allenavo, sotto le cure dell’ingegnere Pasquale Androsoni, sul pistino di 100 metri della Ginnastica Roma sotto le Mura Aureliane, al Muro Torto”. Russo entra nei ruoli tecnici della Fidal alla fine del 1947 ( primi allenamenti invernali nei capannoni semidistrutti della Fiera di Milano e poi in primavera a Perugia; suo il bronzo della 4x100 ai Giochi di Londra, ultima medaglia olimpica della staffetta veloce italiana). Lavora nel campo sino al 1968; insegna all’ISEF di Roma ed alla Scuola dello Sport. Scrive testi preziosi, è il Direttore tecnico della Libertas, inventa i Centri Coni per i ragazzi dell’atletica. Sino allo scorso anno ha seguito affezionati “masters” che frequentavano l’Acquacetosa. Ora risente, fisicamente, di tante fatiche. Ma non cede: gli tiene compagnia il ricordo di storici e normali avvenimenti, lo stimola una insopprimibile volontà di conoscere sempre ed ancora.