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Ultima per Schwazer
Data: 21/07/2024Autore: emmegi
Argomento: In gara ad Arco (Trento)
….torno ad interessarmi, così come faccio da anni, della vicenda di Alex Schwazer, convinto della sua innocenza nel secondo caso di doping sportivo. L’atleta a mio avviso paga oltremodo alcuni suoi atteggiamenti e dichiarazioni fatte in età giovanile e soprattutto le scelte tecniche nel cambio degli allenatori. Paga anche naturalmente la scelta di essere seguito negli ultimi anni da un allenatore fuori dai circuiti della marcia nazionale, addirittura ex tecnico dei velocisti e dei mezzofondisti veloci, anche paladino della lotta al doping. La presenza nelle alte sfere della IAFF di personaggi vicini a quegli allenatori ha determinato questo accanimento verso l’atleta che pur essendo sicuramente il nostro marciatore più forte di tutti i tempi non è riuscito ad esprimere tutte le sue qualità tecniche ed agonistiche; un vero peccato per lui e per tutti noi…. (G.M.)
Schwazer torna dopo la squalifica e si ritira per i dolori: “Ora è finita, ma che bello ritrovare il mio pubblico”
di Mattia Chiusano “La Repubblica”
Ad Arco di Trento il marciatore si ferma dopo 14 km nella 20 km del suo ritorno e addio: “Avrei voluto andare alle Olimpiadi, l’ultima gara l’ho fatta per i miei figli”
Il ritorno, e l’addio allo stesso tempo. Sono stati otto anni di lotta e delusioni per Alex Schwazer, e pure la conclusione è stata all’insegna del dolore, sotto la pioggia di Arco di Trento. Non è riuscito a completare la 20 km di marcia il campione olimpico di Pechino 2008, per la prima e ultima gara dopo la fine della discussa squalifica alla vigilia delle Olimpiadi di Rio 2016. Prima della metà della gara una fitta alla schiena l’ha quasi fulminato, ma Alex ha voluto proseguire, nonostante fosse evidente che i dolori lo tormentassero come è normale per un 39enne che non affrontava una gara ufficiale da otto anni. E da tre settimana non si allenava per una sciatalgia. Più di una volta è arrivato vicino al ritiro, ha resistito ma alla fine si è arreso dopo 14 chilometri.
Schwazer: “Un dolore allucinante”
"Volevo esserci a tutti i costi, anche se la gara non aveva senso a livello di prestazione visto che ero fermo da tre settimane” ha raccontato Schwazer alla fine. “Sono arrivato fin dove potevo. La marcia ha delle regole, e non si possono rispettare quando il dolore non ti consente poggiare il piede. Avrei voluto andare alle Olimpiadi quest’anno, non è stato possibile, ma nell’ultima gara nonostante un dolore allucinante è stato bello vedere gente venuta per da tutta Italia e dall’estero: da brividi. L’ho fatto anche per i miei bambini, che non mi avevano mai visto correre”. Erano presenti infatti anche i figli di Alex, Ida e Noah, doveva essere una festa, e in fondo Schwazer è stato applaudito e incitato dal pubblico. Tutto è stato studiato per costruire un palcoscenico essenziale per un uomo che ha segnato lo sport italiano attraverso la sua storia di vittorie, cadute, resurrezioni e battaglie legali. Ad Arco di Trento la gara era stata organizzata dal media Queen Atletica in collaborazione con Asd Atletica Alto Garda e Ledro e Mancini Group. Nello stadio di Arco di Trento il pubblico ha quasi riempito la tribuna, al via si sono presentati in tre per permettere l’omologazione Fidal della prova con una regolare giuria di marcia. Squalificato per otto anni nel 2016 dopo un contestato test prima delle Olimpiadi di Rio, che rilevò quantità minime di testosterone in un campione gestito in una maniera non impeccabile. Poi il ricorso alla giustizia ordinaria, la perizia del Ris che trovò nei campioni valori di Dna non compatibili, l’archiviazione della posizione penale del marciatore disposta dal gip di Bolzano Walter Pelino. Infine il rifiuto di uno sconto della squalifica da parte della Wada, annunciata nella trasmissione il Grande Fratello alla quale il marciatore accettò di partecipare per dare risalto mediatico al suo caso. "Credo di pagare per il fatto di non aver accettato un verdetto della giustizia sportiva e di aver lottato per la mia innocenza” disse in quell’occasione, quando l’ultima speranza di potersi qualificare a Parigi si era dissolta. Ora il ritorno e l’addio, tra dolore e soddisfazione di aver sentito per l’ultima volta il calore del suo pubblico.